Ostara: Equinozio di primavera
Spesso vi abbiamo raccontato che il calendario celtico è una ruota
e che questa ruota rappresenta il ciclo continuo delle stagioni:
in questo calendario ciclico, Ostara e Mabon sono le due festività
che coincidono con gli equinozi di primavera e di autunno,
i due momenti dell’anno in cui le ore del giorno sono uguali alle ore della notte.
Successivamente all’equinozio di primavera (Ostara), tra il 20 e il 21 marzo,
le ore di luce prevarranno sulle ore di buio e gradualmente la forza del sole crescerà.
Il nome della festività deriva dalla dea anglosassone della primavera Eostre
che significa dea dell’alba o dea dell’est
ed è quindi legata all’immagine del sole che sorge.
Con la diffusione del Cristianesimo la festa di Ostara venne poi assimilata dalla Pasqua,
che celebra il Dio che ri-sorge,
la cui data si colloca dopo il primo plenilunio successivo all’equinozio di primavera.
In alcune lingue la nuova festa cristiana conservò il nome dell’antica festa pagana:
in inglese la Pasqua è chiamata Easter, e in tedesco Ostern.
Presso tutte le culture antiche
una serie di rituali legati alla primavera
hanno tramandato i concetti di rinascita/resurrezione e fertilità,
celebrando la rigenerazione della natura e la rinascita della vita.
Quali simboli sono arrivati fino a noi?
Moltissimi!
Vi descrivo quello che mi affascina più di ogni altro:
l’uovo.
Tutti i viventi nascono da un uovo;
spesso l’origine stessa dell’intero universo è raffigurata da un uovo!
Il dono di semplici uova di gallina (simbolo e augurio di fertilità e prosperità)
è un’usanza antichissima documentata presso i Persiani, i Sumeri, gli Egizi e i Greci.
I festeggiamenti collegati ai riti dell’equinozio,
in molte culture sparse per tutti i continenti,
hanno tradizioni legate alle uova, simbolo di nuova vita e rinascita.
Nel ‘700, in Inghilterra, si diffuse La danza delle uova
come forma di esibizione delle proprie abilità fisiche:
il ballerino, talvolta bendato, danzava sulle note di una Hornpipe
(anzi saltellava: da qui il nome di egg-hop = salto delle uova);
un famoso ballerino di hornpipe fu l’americano Barnett Nathan
che si esibì su un palco coperto di uova!
L’espressione che troviamo oggi in molte lingue europee “camminare sulle uova” (muoversi con cautela in una situazione di difficoltà…) deriva chiaramente da questa tradizione!
[1] Un’ultima curiosità sulla danza delle uova: Un esempio illustre avvenuto nel 1501,
Margherita d’Asburgo (1480-1530) e Filiberto II di Savoia (1480-1504)«Poi, la grande danza delle uova, la danza speciale di quella stagione, ebbe inizio. Centinaia di uova furono sparpagliate su un terreno piano ricoperto di sabbia, e una giovane coppia, tenendosi per mano, iniziò la danza. Se fossero riusciti a non rompere nessun uovo, essi si sarebbero fidanzati, e nessuno dei loro genitori avrebbe potuto opporsi al matrimonio.
Dopo che tre coppie fallirono, tra le risate e le grida di derisione degli spettatori,
Filiberto di Savoia, inginocchiandosi davanti a Margherita, domandò il suo consenso per tentare la danza con lui. L’ammirata folla di servitori urlò in segno di approvazione, “Savoia e Austria!”.
Quando la danza terminò e nessun uovo venne rotto, l’entusiasmo divenne incontenibile».
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Vi invito ad approfondire usando i link che riporto qui sotto e…perché no se venite a trovarci potreste provare a danzare una delle nostre hornpipes: vi prometto che non vi faremo trovare uova sparse sul pavimento!
A presto!
Fonti :
Oxford Dictionary of English Etymology
https://ontanomagico.altervista.org/equinozio-primavera.html
https://en.wikipedia.org/wiki/Easter_egg




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