La Bassadanza è una danza di corte Rinascimentale, il ballo nobile per eccellenza: cominciò ad essere praticata alla fine del Trecento, ma conobbe la sua grande affermazione nel Quattrocento, e gradualmente scomparve agli inizi del Seicento.
Lenta e solenne, la Bassadanza era la danza preferita nelle cerimonie di corte: il suo stile processionale consentiva di ordinare le coppie secondo un senso gerarchico, evidenziando il rango dei partecipanti.
La grande varietà dei movimenti comportava riverenze, passi semplici e doppi strisciati con la punta del piede, e “branles” (con lo spostamento del peso del corpo da un piede all’altro).
I ballerini sfilavano a coppie, al centro o lungo il perimetro della sala, scivolando con grazia, e il cavaliere accompagnava la dama sfiorandone la mano, senza stringerla.
Nel Rinascimento la danza era ritenuta una vera e propria forma di educazione. La danza dei nobili derivava da quella del popolo, e veniva adattata alle regole del perfetto cortigiano: la compostezza, l’atteggiamento nobile, le convenzioni sociali della cavalleria e della galanteria.
Inserita nel contesto della festa, diventò il raffinato intrattenimento dei nobili e lo specchio della magnificenza della corte. I ritmi e i passi provenienti dalle danze antiche e popolari vennero modificati per adeguarli ai ricevimenti di sala, al suono di liuti, flauti e vielle.
Nacque così la figura del maestro di danza e furono pubblicati i primi manuali con la descrizione dei passi e dei movimenti delle danze più diffuse.
Alla fine del ‘500 Thoinot d’Arbeau pubblicò il trattato Orchésographie e introdusse una grossa novità: a fianco del rigo musicale, posto in verticale, troviamo annotati i singoli movimenti dei piedi in corrispondenza della battuta a cui si riferiscono, e accanto la descrizione dei passi completi.
Ecco un esempio :
Ma torniamo alla Bassadanza.
Le coppie si muovono sobriamente, in un lento scivolare o movimento “a passi strisciati”; da qui il nome Bassadanza, perchè non prevede salti e i piedi dei ballerini non si staccano mai da terra: restano “bassi”!
Inizia, come ogni danza di corte, con la riverenza ed è divisa in tre parti (definite “Grande misura” “Media misura” e “Piccola misura”) : l’evoluzione della Bassadanza è la Pavana.
Ma il trattato Orchésographie, in forma di dialogo tra allievo e maestro, ci ha trasmesso molto più di una codificazione dei passi delle danze di corte: Capriol, il giovane allievo, si presenta così :
« J’ay prins plaisir en l’escrime & jeu de paulme, ce qui me rend bien voulu & familier des jeusnes hommes. Mais j’ay deffault de la dance pour complaire aux damoiselles, desquelles il me semble que depend toute la reputation d’un jeusne homme à marier ».
“Ho preso piacere (ho imparato) la scherma e il gioco del pallone, e ciò mi rende ben voluto tra i giovani. Ma ho bisogno della danza per piacere alle fanciulle; da quello dipende tutta la reputazione di un giovane che cerca moglie.”
E Thoinot Arbeau gli risponde molto chiaramente :
“si voulez vous marier, vous debvez croire qu’une maistresse se gaigne par la disposition & grace qui se voit en une dance, ”
“se volete sposarvi dovete credere che una donna si conquista con la disposizione e la grazia che si vede in una danza, … “
Ed ecco che il manuale di danza sembra quasi un manuale d’amore, al tempo delle grandi corti rinascimentali ….
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Per aprofondimenti:
http://ontanomagico.altervista.org/
http://www.culturomonde.com/debuts-orchesographie-4069
http://www.graner.net/nicolas/arbeau/orcheso12.php
http://www.pbm.com/~lindahl/dance.html
http://abcnotation.com/tunePage?a=www.andyhornby.net/Music/Orchesography/0012
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