LET ALL MORTAL FLESH KEEP SILENCE
Il testo greco di questo inno risale al V secolo : appartiene al rito bizantino e si ritiene sia stato scritto dal primo vescovo di Gerusalemme: è basato su una preghiera cantata dal prete durante la liturgia ortodossa, nel momento in cui pane e vino sono portati all’altare.
Il testo esprime stupore e meraviglia davanti al mistero del divino e le immagini sono prese da parti diverse della Bibbia, ma lo spunto iniziale deriva dal versetto del profeta Abacùc:
“Che tutta la terra rimanga in silenzio davanti a Lui” .
L’enfasi è sulla incarnazione, ma la natività è suggerita con pochissime immagini che comunicano lo smarrimento di fronte ad un mistero così grande che può solo lasciarci senza parole, in silenzio.
L’inno fu tradotto in inglese soltanto nel XIX secolo dal religioso anglicano Gerard Moultrie (1829- 1885); pochi anni dopo, il compositore Ralph Vaughan Williams (1872- 1958), adattò il testo ad una carola francese medievale (nota come Picardy): da allora testo e melodia sono inseparabili e rappresentano uno dei canti natalizi più suggestivi.
L’andamento maestoso, lento e solenne, esprime pienamente il senso di meraviglia per il miracolo dell’incarnazione: possiamo chiudere gli occhi e immaginare di essere portati davanti ad una stalla e lì, in rispettoso silenzio, inchinarci di fronte al bambino che ha riportato la luce nella nostra vita.
Ed ecco il testo in italiano:
e rimanga in piedi timorosa e tremante;
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Per approfondimenti :
in questo link il testo originale in greco e alcune informazioni
in questo link descrizione della liturgia e analisi del testo
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