Poche parole
– o idealmente un silenzio umile e rispettoso –
per ricordare un pomeriggio trascorso nei corridoi di un grande ospedale.
Quattro arpe, carole e danze natalizie,
qualche improvvisazione,
molti spostamenti per avvicinarci alle camere dei pazienti più fragili.
I loro occhi, gli occhi dei loro parenti, gli occhi dei medici, degli infermieri …
La nostra emozione, la nostra musica..
Nel cuore dell’umanità ferita
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