Pubblicato da: Patrizia Barzaghi | 22 dicembre 2025

Yule: solstizio d’inverno

Yule : soslstizio d’inverno

Abbiamo in mente il calendario celtico: è una ruota che rappresenta il ciclo continuo delle stagioni e presenta otto nomi: Yule, Imbolc, Ostara, Beltane, Litha, Lammas, Mabon e Samhain che corrispondono ai momenti dell’anno in cui si celebrano i solstizi,  Yule e Litha, gli equinozi, Ostara e Mabon, e altre ricorrenze legate alla Natura.

 

Oggi 21 dicembre celebriamo Yule: il solstizio d’inverno!

Tra il 21 e il 22 dicembre il sole “resta fermo” in cielo nel suo punto più basso, avendo raggiunto la sua minima posizione sopra l’equatore celeste; e già dal giorno successivo il ciclo si inverte: il sole riprende il suo cammino ascendente, ricomincia lentamente a salire, facendo aumentare progressivamente la durata delle ore di luce.
Per le civiltà antiche questa inversione era una certezza vitale: superare il solstizio d’inverno ha significato per millenni sopravvivere alla ciclica morte del sole.
Ecco perché, da migliaia di anni, varie culture nell’area europea e mediterranea celebrano in questa data la rinascita del sole, o del Figlio della Luce, con un’ampia varietà di rituali e di tradizioni simboliche.

In questo ciclo vitale di morte e rinascita il solstizio ha sempre rappresentato il trionfo della luce sulle tenebre: quindi si accendevano fuochi, si danzava in cerchio e si gioiva per la rinascita della vita.
Nel IV secolo d.C. papa Giulio I (337 -352) fissò la data simbolica della nascita di Gesù, il 25 Dicembre, pochi giorni dopo il solstizio, il giorno che diventerà per tutti il Natale cristiano: Gesù come il vero Sole che dà la vita.

I simboli che accompagnano le celebrazioni pagane di Yule, solstizio d’inverno sono:
l’abete (1), albero sempreverde che rappresenta la vita che resiste al freddo dell’inverno;
il vischio  simbolo di protezione e fertilità;
l’agrifoglio (2) che incarna la forza vitale che non si spegne;
il ceppo che, bruciato nel focolare, garantisce prosperità e protezione;

Li riconoscete? Sono rimasti tali nella sovrapposizione tra riti pagani e cristiani e si sono integrati nelle celebrazioni natalizie!

Ancora oggi il Natale, per credenti e non credenti, sembra avere una forza gravitazionale che ci attira verso il centro, verso la nostra origine, verso le nostre radici: sentiamo l’esigenza di tornare a casa, coi nostri genitori e i nostri nonni… e fermarci (come il sole), per poi ricominciare a muoverci e crescere.

(1) piccola curiosità: il nostro secondo CD si intitola Fir che vuole dire abete!

(2) una leggenda celtica racconta l’alternanza ciclica e senza fine di due potenti entità spirituali: il re Quercia, che governa la fase crescente dell’anno dalla notte del 24 dicembre, e il re Agrifoglio, che domina la fase decrescente dalla notte del 24 giugno.
Ci sono molti modi di raffigurare questo passaggio: mi piace immaginare non tanto una lotta tra luce e buio, quanto una danza in cui queste due divinità,  opposte e complementari, si danno il cambio, ciascuna necessaria alla sopravvivenza dell’altra.

Re Agrifoglio e Re Quercia

Per approfondire:

https://it.wikipedia.org/wiki/Yule
https://ilcerchiodellaluna.it/central_calend_Yule.htm
http://www.instoria.it/home/abete_simbologia.htm

la copertina di Fir – radici nella musica

 


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