Pubblicato da: Patrizia Barzaghi | 25 settembre 2009

Antidotum Tarantulae

Le origini di questo brano sono molto antiche: le prime tracce documentate risalgono però a tempi relativamente recenti: nel  1673  il Gesuita  Atanasius Kircher stava raccogliendo i primi esemplari di canti popolari della Puglia: trascrisse poche battute di un pentagramma che riportavano il ritmo di una pizzica. Il religioso aveva sentito dire che questa musica era terapeutica perché guariva dal veleno del morso del ragno. Perciò aveva pregato alcuni suoi confratelli, che operavano in Puglia, di registrarne le note e inviargli documentazione.

La  storia di questo brano risale dunque  a quando si credeva che le convulsioni causate dal morso velenoso della tarantola, potessero essere guarite attraverso la musica: danza e musica erano parte di un rituale sacro, e purificavano il corpo e lo spirito.
Nel 1600 i padri gesuiti di Terra d’Otranto cominciarono cosi un’ opera di trascrizione delle musiche utilizzate in certi riti popolari di guarigione e grazie a questo lavoro di trascrizione  hanno contribuito a far giungere fino ad oggi la musica di antiche tarantelle.

L’Antidotum Tarantulae veniva certamente ripetuto più e più volte di seguito, idealmente ripetuto all’infinito, fino ad ottenere una sorta di trance, di acquietamento delle convulsioni con un giro armonico semplice, ossessivo, ipnotico.

Antidotum Tarantulae : la danza terapeutica per guarire dal veleno del morso della tarantola - stampa del XVII secolo

Antidotum Tarantulae : la danza terapeutica per guarire dal veleno del morso della tarantola - stampa del XVII secolo

Oggi si trovano ancora copie in antiche riproduzioni che raffigurano i velenosi ragni salentini insieme a una rudimentale mappa pugliese della diffusione dell’insetto letale e, accanto o sopra la mappa, una sorta di pergamena con pentagramma segnato dalle note di una melodia.

I medici dell’epoca ritenevano che si potesse guarire il malato suonando quella melodia per ore e facendolo danzare fino allo sfinimento delle forze!

Ecco che la musica diventava terapia.



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