La Branle e’ una danza di corte francese (una danza del Rinascimento) già documentata nel Festival di Nantes nel 1445 e descritta come una danza veloce, molto gioiosa, di solito ballata all’aperto, in gruppo, dai ballerini disposti in cerchio. Di solito la Branle era la parte finale di una bassadanza e veniva anche chiamata “conje'” (congedo). Ogni provincia francese aveva la “propria” Branle a cui veniva attribuito un nome : i bretoni per esempio la chiamavano Passepied o Trihoris. In alcune regioni la Branle era riservata ai servitori …. ma a volte i nobili la danzavano per gioco mascherandosi da pastori come passatempo. Esistevano poi le Branles mimate come la Branle des lavandières, dove il movimento di lavare i vestiti era imitato con i gesti delle mani; un esempio più noto sopravvissuto e giunto ai giorni nostri è la danza in cerchio ‘Sur le Pont d’Avignon ‘ che si balla mimando dei gesti come incrociare le braccia sul petto o inchinarsi. Nel nostro repertorio c’è la Branle de la Torche: come suggerisce il titolo, questa Branle si ballava tenendo in mano una torcia accesa e probabilmente questo segno è ciò che resta di un antico rito di purificazione dei Galli; gli antichi abitanti della Francia, durante il mese di Febbraio eseguivano una cerimonia che si concludeva correndo di notte nelle foreste con una torcia accesa in mano.
La fonte autorevole da cui ricavare preziose ricostruzioni delle danze di corte è la raccolta Orchésographie pubblicata nel 1588 da Thoinot Arbeau, ma la descrizione dei passi, delle coreografie e degli strumenti utilizzati per accompagnare queste danze, nonché la notazione musicale di molte danze di corte si trovano anche nei trattati di Cesare Negri, di Guglielmo Ebreo e Fabrizio Caroso.
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